La Natura nelle Scuole

Io personalmente provo un profondo piacere nel trovarmi in mezzo alla natura. I giorni più felici di ogni anno sono quelli che trascorro nella natura incontaminata.”

Così scrive Michael Crichton nell’appendice del suo libro “Stato di paura”, thriller in cui si affrontano i temi del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

Crichton pubblicò questo romanzo nel 2004, quando ancora questi argomenti non erano al centro del dibattito pubblico, offrendo molteplici spunti di riflessione.

La trama è complessa ed articolata, senza svelare troppi dettagli, si può dire che l’avvocato Peter Evans, convinto sostenitore dell’ambientalismo, viene coinvolto da un suo cliente in una pericolosa avventura in giro per il mondo, con l’obiettivo di sventare degli attentati organizzati da un gruppo ambientalista radicale.

Questi atti terroristici avrebbero lo scopo di provocare catastrofi ambientali per spaventare le popolazioni inducendole ad apportare cambiamenti nel proprio stile di vita che favorirebbero gli interessi economici di tali organizzazioni.

I dettagli più interessanti sono i dibattiti inseriti, durante i quali, tramite il supporto di numerosi dati scientifici verificabili, Crichton dà voce ad opinioni troppo spesso trascurate, quelle di chi sostiene che il cambiamento climatico non è causato dall’uomo e che le conoscenze a disposizione di quest’ultimo sono ancora troppo poche per sapere con certezza quali siano le modalità più adatte a risolverlo.

Alla fine del romanzo, Peter si rende conto che le verità assolute, offerte da alcuni gruppi ambientalisti, sono finalizzate al raggiungimento di interessi economici personali, quindi si impegna ad aiutare un filantropo a finanziare nuovi studi che cerchino di capire come preservare al meglio la natura.

Di certo i contenuti, molto attuali, sono decisamente complessi, ma il romanzo di Crichton fornisce due punti fermi imprescindibili in qualunque ragionamento:

le conoscenze che l’uomo ha a disposizone sono contradditorie e poche rispetto a quelle di cui avrebbe bisogno;

i risultati raggiunti della scienza sono sempre falsificabili, perciò nessuna verità può essere considerata assoluta.

Studiare e dubitare, dubitare e studiare, questo è il prezioso insegnamento che si trae alla fine della lettura.

E questa è anche la regola d’oro su cui si dovrebbe basare l’insegnamento di qualsiasi materia nelle nostre scuole, inclusa quella dell’educazione ambientale, una disciplina trasversale introdotta da settembre 2020 nelle scuole di ogni ordine e grado.

In merito si può trovare, sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, il progetto RiGenerazione Scuola che è “ il Piano del Ministero dell’Istruzione, attuativo degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, pensato per accompagnare le scuole nella transizione ecologica e culturale e nell’attuazione dei percorsi di educazione allo sviluppo sostenibile previsti dall’insegnamento dell’educazione civica.

Il Piano mira a stringere un legame di lungo periodo fra le diverse generazioni, per insegnare che lo sviluppo è sostenibile se risponde ai bisogni delle generazioni presenti, ma non compromette quelle future.”

Tra il materiale didattico si trovano 131 progetti, ecco qualche esempio:

  • Mare nostrum: scopriamo il Mar Mediterraneo, un progetto rivolto alle scuole primarie di Roma, per far scoprire ai bambini le forme di vita presenti nel Mar Mediterraneo ed insegnare loro i comportamenti da osservare per rispettare e tutelare al meglio tale dimensione del mondo naturale.

  • Oggi disegno la natura! un progetto per le scuole secondarie di primo e secondo grado di Roma, che prevede un’uscita in aree verdi vicino alla propria scuola, dove gli studenti devono individuare, disegnare e campionare le specie vegetali presenti, per poi creare un erbario.

  • I principali obiettivi didattici sono “riconoscere le specie vegetali più diffuse e di possibile osservazione anche in contesti ambientali di tipo urbano (specie arboree, arbustive ed erbacee)” e “sperimentare i benefici psicofisici legati allo svolgimento della didattica outdoor e di attività mediante metodi di apprendimento ‘tradizionali’, quale il disegno dal vero, altrettanto ricchi di stimoli quanto quelli legati alle nuove tecnologie”.

  • il fumetto A panda piace… un giorno d’estate a Natale, disponibile per tutti gli ordini scolastici, che affronta il tema del cambiamento climatico. Le vignette spiegano ai bambini che gli uomini sono i principali colpevoli del cambiamento climatico ed illustrano le possibili soluzioni, come fare la raccolta differenziata, non sprecare l’acqua e utilizzare fonti di energia alternative.

Ma davvero queste iniziative incarnano lo spirito trasmesso da Crichton?

Ora, il libro lancia due messaggi importanti: amare la natura e coltivare il dubbio.

Sarebbe saggio portare questi valori nelle scuole e porli a fondamento dell’insegnamento dell’educazione ambientale.

In primo luogo, i bambini devono imparare ad amare la natura per la sua bellezza, perché è una forma di vita.

Scoprirne i segreti e la complessità, come nei primi due progetti sopra, li aiuta a rispettarla e tutelarla come si rispetta e si sostiene una persona cara…è giusto invece colpevolizzarli come fa il fumetto? Indurli a tenere dei comportamenti virtuosi minacciandoli con le conseguenze del cambiamento climatico?

Nei primi casi si crescono degli amanti della natura, nel secondo degli ambientalisti. Secondo il dizionario, la natura è “il fondamento dell’esistenza nella sua configurazione fisica e nel suo divenire biologico”, mentre l’ambiente è “lo spazio circostante” l’essere umano.

Dunque un ambientalista considera il mondo naturale separato rispetto al mondo umano e lo tutela per necessità, un amante della natura invece si sente parte di quel mondo ed instaura con esso un legame profondo nel quale dà e riceve; lo rispetta, lo protegge, lo aiuta con interventi mirati ed in cambio è in grado di procurarsi da esso aiuti pratici – ad esempio rimedi naturali per le malattie più lievi e comuni –, oltre a tanta serenità.

In secondo luogo, la scuola dovrebbe essere il posto dove sviluppare il proprio pensiero critico in questa disciplina che presenta argomenti molto complessi su cui nemmeno gli esperti trovano un accordo.

Dunque, se si fa leggere un fumetto che presenta l’uomo come la principale causa dei cambiamenti climatici, perché non fornire anche il punto di vista alternativo?

In effetti, analizzando numerosi articoli scientifici sul riscaldamento globale, di cui addirittura il 67% non cita nemmeno l’impatto delle attività umane sul fenomeno e molti scienziati ritengono che il cambiamento del clima si sia sempre verificato, forse non si può sapere quale sia quella giusta, però esistono più verità e sarebbe giusto informare di questo bambini e ragazzi. Un tema complesso non può essere affrontato in modo semplice.

La conoscenza è il primo strumento per decidere, soprattutto quando l’oggetto è la natura, il sistema più articolato che sia mai stato creato.



A cura di Valentina Colombo, Studentessa Universitaria e Coordinatrice Provinciale Como UCDL.

In Redazione Nadia Copetti, autrice.

 

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